La stanchezza cronica è una condizione debilitante che influisce sulla qualità della vita di milioni di persone in tutto il mondo. Questo stato di affaticamento persistente può avere un impatto significativo sulle attività quotidiane e sul benessere complessivo di un individuo: per questo motivo è di fondamentale importanza riconoscere la sintomatologia connessa e non sottovalutare gli effetti sull'organismo, specie nei suoi risvolti psicologici.

In questo articolo sarà inquadrato il tema, a partire dalla definizione di stanchezza cronica e dal modo in cui questa si manifesta; saranno, poi, analizzate le principali cause all'origine del problema, così come i più comuni trattamenti e rimedi attualmente disponibili.

Cosa si intende per stanchezza cronica?

La stanchezza cronica, nota anche come sindrome da fatica cronica (SFC) o encefalomielite mialgica (EM), è caratterizzata da una stanchezza persistente e debilitante che non migliora con il riposo e che, invece, può peggiorare sensibilmente con l'attività fisica o mentale. Questa condizione può durare per mesi o addirittura anni, limitando le capacità di svolgere le normali attività quotidiane.

Affinché sussista una diagnosi di SFC, la stanchezza persistente deve durare almeno sei mesi consecutivi; inoltre, questo tipo di disturbo è reso riconoscibile da alcuni tratti comuni, come ad esempio il fatto che talvolta inizia durante o dopo un episodio simile a un'infezione virale. Inoltre, in caso di SFC solitamente si riscontrano dei miglioramenti con terapia cognitivo-comportamentale e con un graduale aumento dell'attività fisica.

Nonostante ciò, non è sempre facile riconoscere la sindrome da fatica cronica: circa il 25% delle persone riferisce di sperimentare stanchezza cronica, ma solo lo 0,5% (ovvero una persona su 200) ne è realmente affetto. In generale, si stima che questa condizione colpisca principalmente individui tra i 20 e i 50 anni, con una maggiore prevalenza tra le donne giovani e di mezza età rispetto agli uomini; tuttavia, la SFC può verificarsi in persone di qualsiasi età, compresi i bambini.

D'altro canto, i sintomi della sindrome da stanchezza cronica non vanno sottovalutati, né confusi con altri disturbo psico-comportamentali, come la "simulazione di malattia": si tratta di sintomi reali che possono rivelarsi altamente invalidanti e compromettere seriamente la qualità di vita del paziente.

Come si manifesta la stanchezza cronica

Premesso che la sindrome da stanchezza cronica di solito colpisce individui attivi e con ritmi di vita molto alti, e che i sintomi possono avere un esordio improvviso, spesso dopo un evento stressante, è bene tenere presente che la sintomatologia della stanchezza cronica può variare da persona a persona. Tra quelli più comuni si indicano:

  • una sensazione di affaticamento estremo, che consiste in una generalizzata perdita di forza, a carico dell'intero organismo ma non riconducibile a particolari problemi muscolari, nervosi o articolari (astenia); solitamente l'astenia dura da almeno sei mesi, ed è talmente grave da interferire con il normale svolgimento delle attività quotidiane; come detto, si aggrava se si pratica attività fisica o se si subisce un particolare stress psicologico;
  • dolori muscolari e articolari possono accompagnare l'astenia, che solitamente compare durante o subito dopo un'infezione virale o un'altra malattia pregressa;
  • difficoltà di concentrazione e problemi di memoria, insonnia, mal di testa, sonnolenza durante il giorno;
  • in presenza di sintomi gravi e persistenti, è comune che si manifesti anche la depressione.

I sintomi della sindrome da stanchezza cronica possono sovrapporsi a quelli della fibromialgia, una condizione diversa ma correlata.

Cause della stanchezza cronica

Nonostante i numerosi sforzi della ricerca, le cause esatte della stanchezza cronica non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che la sindrome potrebbe derivare da una combinazione di fattori, e in particolare che una combinazione di fattori fisici, psicologici e ambientali possa contribuire all'insorgenza e alla manifestazione di tale condizione. Sembra, inoltre, esserci una componente genetica nella sindrome, che potrebbe interagire con fattori ambientali scatenanti: in sostanza, è possibile che membri della stessa famiglia reagiscano in modo simile a fattori di stress fisici e psicosociali.

Inoltre, nei pazienti affetti da sindrome da stanchezza cronica, sono state osservate alcune irregolarità nel sistema immunitario, senza che però tali irregolarità corrispondessero ad anomalie specifiche, considerabili come causa primaria della malattia. Non vi è alcuna prova, inoltre, che allergie o problemi ormonali – così come problemi di salute mentale – siano collegati alla stanchezza cronica.

Mentre in passato si riteneva che alla base dell'insorgenza dei sintomi della stanchezza cronica ci fossero infezioni come il virus di Epstein-Barr, citomegalovirus, batteri legati alla malattia di Lyme o al lievito Candida, ricerche recenti non hanno trovato riscontri certi, e quindi non hanno confermato queste ipotesi. Allo stesso modo, non esistono prove della correlazione tra la SFC e altre infezioni comuni, come quelle da virus della rosolia, herpes o HIV. Tuttavia, sembra che dopo aver contratto l'infezione da COVID-19, alcuni pazienti stiano sperimentando sintomi persistenti associabili alla SFC: ulteriori studi e approfondimenti sono quindi stati avviati per comprendere con più chiarezza tale fenomeno.

Trattamenti e rimedi utili

I pazienti affetti da sindrome da fatica cronica e fatica cronica idiopatica vengono trattati alla comparsa dei sintomi: è di primaria importanza spiegare loro chiaramente che la causa della condizione è attualmente sconosciuta, ma che i sintomi hanno un impatto reale e riconosciuto. Il trattamento, infatti, è generalmente più efficace se il medico si dimostra paziente, attento e non giudicante.

Le più efficaci opzioni terapeutiche possono includere, di solito, una concordata terapia fisica, che comprende esercizio fisico graduale e controllato, calibrato sulle reali possibilità del paziente e supportato da un adeguato sostegno psicologico, come terapia cognitivo-comportamentale (TCC), per gestire lo stress e ridurre i sintomi depressivi.

Può essere, inoltre, altrettanto importante lavorare sul miglioramento della qualità del sonno (sia attraverso buone pratiche per conciliare il riposo, come evitare schermi luminosi prima di coricarsi e stabilizzare gli orari dei pasti, sia attraverso aiuti farmacologici e parafarmacologici). Nei casi più complessi è importante individuare con il medico strategie per alleviare il dolore muscolare o articolare connesso alla SFC.

Gli obiettivi del trattamento mirano a reintegrare il paziente nel suo normale ciclo produttivo: dal ritorno al lavoro al mantenimento di normali livelli di attività, dal recupero di energia e vitalità alla scomparsa di eventuali sintomi fisici come dolore e insonnia o sonnolenza, con risvolti positivi anche nell'interazione sociale del paziente con altri individui.

In sintesi, la stanchezza cronica è una condizione complessa che può influire notevolmente sulla vita di una persona, ma che può essere trattata con buoni risultati, specie dopo una diagnosi accurata e la definizione di un trattamento terapeutico che mira alla gestione dei sintomi. Tramite una buona organizzazione dell'attività fisica del paziente e un concomitante percorso psicoterapeutico è possibile migliorare di molto la qualità della vita dei pazienti affetti da questa patologia. Al contempo, è possibile aiutare la guarigione con terapie farmacologiche mirate, sia per il trattamento del dolore sia per gestire le ripercussioni psicologiche della sindrome; tuttavia, è di fondamentale importanza consultare un medico per ottenere una valutazione completa e un piano di trattamento personalizzato.